La rosa del deserto - Ishtar La Guerriera (Italian Edition) by Lina Giudetti & Maria Giudetti

La rosa del deserto - Ishtar La Guerriera (Italian Edition) by Lina Giudetti & Maria Giudetti

autore:Lina Giudetti & Maria Giudetti [Giudetti, Lina]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2020-01-13T23:00:00+00:00


16

Mentre imboccavano la strada che conduceva al tempio di Inanna, Ishkur e Damqa si guardarono intorno con circospezione. Quella mattina erano arrivati a Ur insieme a una carovana di mercanti e una volta giunti ai quartieri commerciali avevano atteso che le strade si popolassero di gente prima di dileguarsi per i vicoli stretti del quartiere. Desideravano passare inosservati e raggiungere al più presto il tempio.

Non era stato semplice oltrepassare le porte della città. La capitale era in stato d’allerta e i controlli per accedervi si erano intensificati. Ishkur non aveva portato con sé armi, ma contava di procurarsele con l’aiuto di Candra. Gli sarebbero servite per riuscire a fuggire insieme a Safiye una volta che l’avesse ritrovata.

«Non ho mai visto una città così grande» disse Damqa, afferrando il braccio di Ishkur per tenergli il passo. «Devo dire che è un posto pieno di colori, di attività. Ora capisco perché Safiye ne sentiva la mancanza nei primi tempi.»

«Shh» la zittì lui. «Non parlare e cammina più veloce. Non abbiamo tutto il giorno a disposizione.»

«Avremmo almeno potuto riposarci qualche ora alla casa dei mercanti. Sono giorni che non dormiamo» si lamentò lei.

«Nessuno ti ha chiesto di venire con me» ribatté contrariato Ishkur. «Sai bene che non avresti dovuto nasconderti in uno dei carretti della carovana» la rimproverò. «Nemar sarà furioso con te, oltre che fuori di sé per la preoccupazione.»

«Non potevo lasciarti da solo» obiettò Damqa affrettando ancora il passo. «E poi» gli fece notare, «una coppia di mercanti desterà sicuramente meno sospetti di un uomo solo.»

«Non ho bisogno di protezione.»

Lei sbuffò.

«Ormai sono qui e potresti essere un po’ più gentile. Mi sembra di parlare con mio fratello. Ti credevo un uomo migliore di lui.»

Ishkur strinse le labbra contrariato.

«L’ho sempre criticato per la sua durezza con te, ma comincio a comprenderlo. Sei più dura di una pietra.»

«Quando la smetterete di trattarmi come una bambina?»

«Non sai nulla del mondo.»

«È colpa vostra!» accusò lei.

«Cosa c’entro io?» si difese lui. «Casomai è colpa di tuo fratello. Io ti avrò vista sì e no quattro volte prima di tornare a Hamadan.»

Damqa non gli rispose. Lo fissò malinconica per un istante, poi abbassò lo sguardo e continuò a camminare sul bordo della strada, stringendosi nello scialle bianco di lana che le aveva regalato sua cugina. Le parole di lui l’avevano ferita nel profondo e dovette fare uno sforzo per trattenere le lacrime.

Ishkur non era mai stato dolce con lei e da quando Nemar lo aveva costretto a sorvegliarla, non riuscivano più a parlargli senza discutere. Desiderava credere che fosse la scomparsa di Safiye ad averlo reso più scontroso e meno disponibile con gli altri, ma in cuor suo temeva che invece fosse la sua presenza a metterlo di cattivo umore.

«Non parlare e copriti il volto» intimò a bassa voce lui riportandola alla realtà e Damqa obbedì. Poco dopo, dirigendo lo sguardo sul lato opposto della strada, si accorse che erano stati appena sorpassati da un plotone sumero. Ebbe un sussulto, ma Ishkur l’afferrò subito per un braccio



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